Il deputato Giuseppe Lo Giudice, Vice Presidente della Commissione Sanità all’Ars, interviene sul Consiglio provinciale «aperto» tenutosi oggi a Trapani alla presenza dell’assessore regionale Massimo Russo per discutere del riordino del sistema sanitario regionale:
«Anche i più scettici da oggi, dopo avere ascoltato al Consiglio provinciale di Trapani il ripetitivo sermone dell’assessore Russo su come stia “riordinando” la sanità – osserva Lo Giudice – avranno capito che di questo tanto declamato “nuovo corso della sanità siciliana”, il solo criterio applicato rimane quello contabile dei costi e dei ricavi.
Rimangono, con icastica evidenza, nonostante l’inaudita propaganda di cui gode l’assessore, da Marsala a Trapani, da Mazara ad Alcamo, le attese di mesi per una Tac e di anni per una protesi, le file per pagare il ticket, la farraginosità di procedure per ottenere una esenzione o un farmaco di nuova generazione.
Insomma, cambiano i numeri, ma la qualità dell’assistenza peggiora, come è possibile verificare se solo si ascoltassero le considerazioni disperate dei cittadini.
Rimangono inoltre imbarazzanti interrogativi ai quali Russo oppone un eloquente silenzio. Sul perché, per esempio, si aumentano i posti letto là dove quelli attuali sono inutilizzati e si riducono quelli dove le richieste sono maggiori delle disponibilità: si veda l’esempio del reparto di Pneumologia a Mazara del Vallo. Solo la discrezionalità politica può spiegare simili anomalie.
Spiace infine constatare come, da un lato, a parte le considerazioni dei sindaci di Mazara e Castelvetrano, le annunciate proteste contro l’operato di Russo si siano tradotte oggi in aula in una ossequiosa presa d’atto di ciò che ha fatto, e dall’altro che, esponenti politici, anche dell’Udc, si siano sorprendentemente espressi con parole di pavida rassegnazione. Insomma, mi è sembrato di assistere al trionfo dell’ambiguità»
A quanto detto dal deputato Lo Giudice si può solo aggiungere che i “potenti” quando si ammalano hanno corsie preferenziali.
L’assessore Russo ha tagliato, tagliato e tagliato. Alla fine è rimasto il sistema siciliano dissestato, disorganizzato, politicizzato, clientelare, assistenziale, sprecone e assolutamente inqualificabile e … antiquato.
Ma gli altri 89 deputati siciliani dove sono ? Sono forse pavidi e rassegnati al loro? oppure ambiguamente vivacchiano tra un collegio e uno scranno a Sala D’Ercole?