Esce sonoramente bocciato Raffaele Lombardo dalla tornata elettorale europea. Il risultato finale, 2,1% è molto lontano dall’obiettivo minimo del 4% che il presidente della Regione dava come sicuro.
La coalizione voluta da Raffaele Lombardo ha raccolto il misero bottino di 650 mila voti validi ottenuti in tutta Italia che sono, al di là del 2,1% finale, ben misera cosa e il presidente della Regione dovrà fare un serio esame della situazione, soprattutto in considerazione che l’eterogenea coalizione ha raccolto tra Sardegna e Sicilia soltanto 300 mila voti.
Ed è il dato in Sicilia che punisce oltre ogni previsione l’MPA che da solo alle elezioni regionali aveva raccolto nell’Isola circa 50 mila voti in più di quanto non ne ha racimolato in questa elezione pur alleato con altri tre movimenti.
La presunzione di girare il mondo e presentarsi in Italia continentale con un partito di destra “nazionalista” quale La Destra di Storace, qualche trasfugo dell’ex DC, e del movimento dei pensionati di Fatuzzo, alla fine è stata punita.
La gente di Sicilia non ha accettato che il movimento di Lombardo si alleasse con un partito dichiaratamente nazionalista quale quello di Storace ed ha quindi gli ha mandato un messaggio chiaro.
Questa coalizione è il secondo grande sbaglio politico di Raffaele Lombardo commesso nel giro di un solo anno. Il primo lo ha fatto quando ha preteso di fare il presidente della Regione mettendosi in casa l’amico/nemico Cuffaro e il PDL di un certo Silvio Berlusconi che è la quinta essenza del “nazionalismo” di destra.
Ed ora? Ora non rimane che pensare al futuro e studiare con attenzione gli amici della Lega che sono venuti in Sicilia dopo ben 20 anni dalla loro entrata in politica mentre l’MPA ha avuto la presunzione di pensare in grande senza essere ancora “nato”.
Alla luce dei risultati Lombardo deve decidere se continuare progetti democristiani e perdenti o votarsi ad un vero movimento autonomistico esclusivamente “siciliano” e quindi di cominciare seriamente a lavorare per gli interessi della Sicilia e dei Siciliani. Deve continuare, in ultima analisi, quell’approccio alla gestione siciliana della politica regionale come ha dato impressione di voler fare mettendosi di traverso ai partiti tradizionali e che gli sta attirando le simpatie della vasta galassia autonomista e sicilianista che dal tempo di Cànepa e Andrea Finocchiaro Aprile attendono un leader capace di portare avanti il vessillo della Sicilia autonoma e federata all’Italia.
Deve fare in ultima analisi, quello che fa la Lega Nord con la Padania, geograficamente inesistente prima dell’avvento della Lega ed ora intesa politicamente e geograficamente come una macro regione.
In caso contrario, forse continuerà a presiedere la Regione e poi, l’oblio.