La partitocrazia nazionale deve aver accusato il colpo molto più di quanto non fosse stato prevedibile se un “autorevole” esponente della maggioranza governativa nazionale , non conoscendo l’iter procedurale delle variazioni statutarie relative allo Statuto Siciliano, parla e politicamente straparla.
Se Gasparri si fosse informato prima di sparare una notizia che trasmette solo “paura” governativa ad una presa di coscienza sicilianista di un presidente di regione quale Raffaele Lombardo, avrebbe evitato di fare la sua “bella” figura.
Purtroppo Gasparri, con la sua uscita ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che lo stato italiano da sempre non ha rispettato i patti con la Sicilia e la Carta Costituzionale. Quella Costituzione a cui tutti, compreso il presidente della Repubblica si richiama, è perennemente violata da leggi e regolamenti dello stato e dalla stessa Corte Costituzionale che ne dovrebbe garantire il rispetto.
Si vuole ricordare al senatore Gasparri alcuni gravi violazioni perpetrate a danno dei siciliani e che hanno influito sulla vita del popolo siciliano malgrado lo Statuto , e quindi la Costituzione non sia mai stata modificata:
- – la Corte Costituzionale, con una sentenza politica ha inciso sul testo originario dello Statuto ritenendo, pur non potendolo modificare, con la sentenza n° 38 del 7 marzo 1957 con cui ha evocato avuto a sé, incostituzionalmente, le prerogative dell’Alta Corte (art 24 dello Statuto),
- – I prefetti in Sicilia sono una presenza oppressiva ed incostituzionale in quanto l’unico rappresentante dello stato centrale nell’Isola è il presidente della Regione a cui dipendono le forze dell’ordine per il mantenimento dell’ordine pubblico (art. 31) ,
- – Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono state soppresse in Sicilia già dal 1946 e malgrado ciò insistono nell’ordinamento siciliano (art. 15).
Non si capisce in ultima analisi di che cosa parli il senatore Gasparri. Potremmo continuare ma ci limitiamo ad invitarlo ad informarsi prima di parlare di diritto e di Costituzione .