Ed ora anche la Corte di Conti, per quello che conta in questa Italia fatta di enti che “verificano” ma sono praticamente senza poteri, boccia la Regione Siciliana e dopo aver parificato il bilancio 2008 denuncia una fase di deterioramento della finanza regionale.
Se con la Corte tutti i saldi fondamentali del bilancio presentano valori negativi e sono aumentati i ritmi di crescita della spesa corrente mentre l’indebitamento è cresciuto dell’83,14% che porta il debito complessivo ad oltre 5 miliardi di euro di cui 460 rimborsati dallo stato e 4,5 milioni a carico della Regione stessa.
L’unico dato positivo, in termini puramente economici, è quella della spesa sanitaria che comunque assorbe circa il 53% del bilancio regionale.
Ma l’unico dato positivo lo si deve non al miglioramento della sanità ed al contenimento dei costi, degli sprechi e della rimodulazione del sistema “fallimentare” e clientelare, ma solo ed esclusivamente ad indiscriminati tagli che hanno ridotto drasticamente le prestazioni sanitarie, lasciando tra l’altro, e con la nuova legge aumentandoli, un esercito di topo manager politicizzati a ricoprire posti di sottogoverno con lauti stipendi e senza alcuna personale responsabilità.
Questo è quanto si dice una “buona amministrazione” regionale siciliana. Una azienda pubblica sarebbe già fallita e gli amministraotri mandati a casa e chiamati a rispondere in solido delle loro responsabilità, ma siamo in Sicilia, dove il sole, il mare ed il buon cibo fa dimenticare anche d’esistere.