Il caso Tirrenia sta evidenziando, ove mai ce ne fosse bisogno, l’assoluta sudditanza della politica siciliana verso quella romana. Anche Lombardo che nei giorni scorsi ha realizzato lo strappo con il PDL, o meglio con quella parte di PDL che gli remava contro, per il caso Tirrenia non sembra avere proposte da sottoporre al governo centrale.
Infatti, notizie di stampa riportano la dichiarazione del Presidente della Regione Siciliana che non lascia dubbi: «L’incontro con Berlusconi – dice – è inevitabile e la giunta sarà l’ultimo argomento: parleremo di Fas e del caso Tirrenia. Ci vuole una svolta nelle politiche del governo nazionale».
Un comportamento attendistico che non fa presagire nulla di buono per i cittadini delle isoli minori della Sicilia, per le maestranze e per l’indotto.
Nel “continente” invece, la giunta regionale della Toscana ha definito le linee guida per trovare una
soluzione alla questione dei collegamenti marittimi Toremar individuando la strada più idonea al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi che si è posta da tempo nella spinosa questione della privatizzazione di Tirrenia.
La Regione Toscana intende dare una risposta all’Unione Europea, che impone la liberalizzazione dei servizi, e quindi una gara per assegnare le rotte con i sussidi che garantiscono i collegamenti anche nei periodi dell’anno non turistici; mantenere l’attuale livello dei servizi e quindi dei collegamenti con le isole dell’arcipelago; a tale proposito, sostituendosi all’assenza dello Stato, la Regione Toscana ha destinato risorse proprie al fine di garantire i collegamenti e quindi anche l’occupazione fino al 31 dicembre 2009 e garantire la salvaguardia dei posti di lavoro per il personale impegnato sui traghetti e negli altri servizi della Toremar, attraverso la privatizzazione completa di TIRRENIA l’affidamento dei servizi e dei collegamenti e il compito di risanare le aziende regionali. (fonte
Secondo la Regione Toscana, le due ipotesi di intervento garantirebbero la salvaguardai dei posti di lavoro.
Alla luce di queste proposte formalmente varata da una regione interessata come la Sicilia alla soluzione del caso Tirrenia, viene da se pensare che anche il governo della Regione Siciliana dovrebbe quantomeno fare proposte “formali”.
Questo attendismo e questa necessità di parlare con Berlusconi senza una proposta elaborata dalla giunta, dimostrerebbe che il governo regionale non ha alcuna idea di come portare avanti la spinosa questione e soprattutto vorrebbe che gli altri trovassero la soluzione più confacente a “rischio” responsabilità zero, così’ da poter dire in futuro: “noi non c’entriamo, è colpa del governo romano”.