Dopo l’UDC contro Lombardo, dopo Cascio ancora contro Lombardo, ecco Cimino contro Leontini. Non c’è tregua nella casta siciliana che mal sopporta Raffaele Lombardo alla presidenza.
Adesso Cimino accusa Leontini, capogruppo del Pdl all’Ars, di aver fatto diramare un comunicato nel quale, secondo Michele Cimino, si è scritta una delle pagine più nere nella storia dell’istituzione parlamentare siciliane per linguaggio e modalità usate.
Leontini ha attaccato e deriso la Cimino, ha attaccato il ‘suo’ governo regionale, il ‘suo’ presidente della Regione, i ‘suoi’ assessori, le ‘sue’ Commissioni parlamentari, l’Assemblea regionale della quale egli stesso ne è componente”.
Insomma, Leontini contro tutti e tutto.
Si duole Cimino ed afferma che “Tutto ciò non nell’interesse dei siciliani che lo hanno, mi hanno e ci hanno eletto, ma semplicemente per conquistare un po’ di notorietà in campagna elettorale e tentare di procacciare voti a qualche candidato della ‘sua’ corrente … Mi farò promotore, al termine della campagna elettorale europea, di una approfondita discussione nella quale vi sia solo la volontà di costruire e non di distruggere ciò che di buono c’è e si fa in Sicilia…”
E’ difficile riuscire a trovare cosa di buono questa classe politica autoreferenziale ed assolutamente insipiente ha fatto o starebbe facendo per la Sicilia.
I siciliani hanno poco interesse alle loro guerre di potere, essendo essi troppo impegnati a sopravvivere il quotidiano mentre la casta, che si è chiusa a Palazzo Reale tra privilegi settecenteschi e paggi di corte, dimentica del motivo per cui è stata eletta, meglio dire si è fatta auto eleggere (l’errore è voluto) , vive in un mondo dorato ed irreale.