martedì, Novembre 26, 2024
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A Ballarò, Raffaele Lombardo folgorato sulla via dell’indipendentismo siciliano

Dopo Bari quando affermò mai a destra mai a sinistra perchè la gente non capirebbe e ci chiamerebbe ASCARI, ecco Roma 2009 dove dichiara di pensare, dopo l’autonomismo, all’indipendentismo!
 Ieri sera nella nota trasmissione televisiva Ballarò, il Presidente della Regione Siciliana Rafffaele Lombardo, chiamato più volte erroneamente “governatore” dal giornalista Giovanni Floris, è sembrato, al di  là dell’apparente calma dimostrata durante una trasmissioni che sembrava un vero e proprio “Curtigghiu” , molto nervoso e soprattutto risentito del fatto di essere stato invitato in una trasmissione … quasi per fare da “bella statuina”.
La trasmissione ha avuto picchi di caduta di stile come non mai e ha dimostrato essenzialmente tre cose: la prima è che l’educazione, il rispetto per i cittadini e la sobrietà  non sembrano più essere di casa nella politica urlata italiana; la seconda, come ha giustamente precisato Marco Pannella, è che alla gente comune non gli è ne può fregar de meno di quello che fa Silvio Berlusconi con le donne, che Vittorio Sgarbi, noto per le sue estemporaneità televisive ha molto da imparare da certi politici e da certi giornalisti.
Assistere a Ballarò ieri sera è stato come assistere ad una curtigghiata unica nel suo genere.
Lombardo era chiaramente piccato e ha cercato di ricordare che pensava di essere intervenuto per parlare di politica ,ma  non si è lasciato sfuggire un appassionato intervento a favore di Berlusconi  cercando di definirsi la sua psiche.  Forse un “messaggio” al capo della coalizione che con l’UDC l’ha messo in crisi in Regione.
Il suo intervento sulla situazione siciliana è stato alquanto elusivo e la cosa non è passata inosservata anche ai disattenti intervenuti troppo impegnati a parlare di Berlusconi.  
Una cosa però è stata chiara anche se detta in un momento di confusione, se la politica italiana è quella che si vede, dopo aver abbracciato la causa dell’autonomismo  provenendo dalla Democrazia Cristiana, sto pensando di abbracciare la causa dell’indipendentismo.
Un messaggio agli ex alleati nemici oppure una seria e ponderata possibile svolta politica, ma non aver mantenuto le solenni promesse di Bari, non giova a suo favore.
Nei prossimi  mesi forse avremo chiaro se la sua è stata solo una estemporanea boutade propagandistica in funzione elezioni europee.

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