Tempi brevi per la soluzione secondo il governo nazionale per il progetto di privatizzazione di Tirrenia e per la razionalizzazione delle rotte regionali. Questo è quanto è stato ufficializzato a Bruxelles da Palazzo Chigi.
Restano tuttavia, secondo Il Sole 24, alcuni nodi irrisolti: nei giorni scorsi palazzo Chigi ha inviato una lettera a Bruxelles contenente i”desiderata” della Commissione rispetto alla privatizzazione.
Per Bruxelles, la conferma delle convenzioni fino al 31 dicembre 2009 per Tirrenia, secondo il quotidiano di Confindustria, notoriamente molto attendibile, è da considerarsi una misura temporanea finalizzata alla privatizzazione.
Nella lettera viene evidenziata la necessità di una razionalizzazione delle rotte della compagnia per le isole, dove queste sono servite da operatori privati, mantenendo le sovvenzioni quelle rotte che garantiscono la continuità territoriale.
Questo passaggio è fortemente contrastato dalle regioni, Sicilia in primis, che ovviamente non accettano il taglio delle rotte.
Niente nella lettera del governo, viene precisato sulla possibila alienazione in blocco del gruppo Tirrenia. E questo apre spiragli di una positiva soluzione.
Sembra che il piano Piano Industriale Tirrenia approvato dal CIPE sia rimesso in discussione.
Parrebbe realistico adesso arrivare allo scorporo delle linee meramente commerciali da quelle per la continuità territoriale dello Stato e quindi dare copertura economica per la gestione 2008 e per il 2009.
A questo punto è facile prevedere che i Sindaci delle Isole Minori Siciliane che si incontreranno domenica 26 aprile 2009 a Salina, potranno discutere sulla questione e prendere opportune iniziative in merito alla vertenza, potendo contare su questa ipotesi di apertura dello Stato.
E’ fuor di dubbio che le decisioni che prenderanno dovranno essere realistiche e tenere conto della necessità, imprescindibile, di assicurare la mobilità dei cittadini, le economie delle Isole Minori, e i livelli occupazionali e reddituali dei Lavoratori del Comparto e dell’indotto.
Una cosa è certa. I Sindaci non possono sbagliare e la Regione deve assumersi precise responsabilità.