Riportiamo, per dovere di informazione, i punti che riteniamo di partenza del nuovo sistema sanitario regionale. Il richiamo al Piano Sanitario da approvare entro 240 giorni dall’entrata in vigore della legge, lascia intatti tutti i dubbi e tutte le perplessità espresse da vario tempo.
Se poi ci dicono che con questa legge si risparmiano 50 milioni di euro allora viene da pensare che c’è tanto rumore per nulla.
Anche la riduzione delle “POLTRONE” a 122 dalle iniziali 160 appare come un inutile esercizio di autoncensimento della casta politica che ha salvaguardato i posti di sottogoverno. Adesso che viene fuori il numero impressionante di TOP STIPENDIATI e a seguire i medium stipendiati, si potrà comprendere meglio perché in Sicilia la sanità è un “sistema”.
Il modello americano che prevede un solo “VERO MANAGER” non politico ed assunto attraverso un bando pubblico e per titoli e provata professionalità è ben lontano, e questo dimostra come il SISTEMA SICILIA “RIMARRA’ POLITICIZZATO”, monco e feudale come e più di prima.
Niente di nuovo quindi sul fronte, solo una rinfrescatina di vernice e tutto sarà come prima, con baroni, scarsa professionalità disorganizzazione “questa volta organizzata”, sprechi ed assunzioni clientelari. La storia del 118 che diventa azienda pubblica accrescono, se mai ce ne fosse stato bisogno, i dubbi sull’intera legge … ancora da completare con il Piano Sanitario.
Attendiamo quindi la pubblicazione della GURS per poter leggere con attenzione la legge approvata e aspetteremo con impazienza i 240 giorni che si separano dal Piano Sanitario, i regolamenti e quant’altro affinché la legge sia “applicabile” e poi, potremo vedere se tutte le affermazioni trionfanti di questi giorni della casta politica saranno confermate dai fatti.
Comunque, diciassette aziende sanitarie complessive al posto delle attuali ventinove, istituzione dei nuovi distretti ospedalieri.
Novità sul fronte dei soggetti che concorrono alla programmazione sanitaria: oltre alle realtà territoriali presenti nella conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale, avranno un ruolo le Università, gli Irccs, gli enti di ricerca pubblici e privati, e nell’ambito delle rispettive competenze, anche le associazioni di categoria del settore sanitario maggiormente rappresentative e le associazioni di volontariato e di tutela dell’utenza.
I “bacini” saranno due, quello della Sicilia Occidentale (Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani) e quello della Sicilia Orientale (Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna). Sarà istituito un Comitato composto dai dirigenti generali delle Aziende che avrà il compito di programmare e monitorare gli interventi. Istituita anche la Consulta regionale della Sanità che svolgerà gratuitamente funzioni di consulenza in ordine a questioni di rilevanza regionale e di interesse diffuso in materia di servizi sanitari e socio sanitari.
Le aziende sono state ridotte da 29 a 17: 9 aziende sanitarie provinciali, 3 aziende ospedaliere di riferimento regionale, 2 aziende Arnas (azienda di riferimento nazionale di alta specializzazione) e tre aziende ospedaliero – universitarie. Ciascuna azienda sanitaria provinciale si articola nei distretti ospedalieri (complessivamente 20) che sono costituiti dall’aggregazione di uno o più presidi ospedalieri appartenenti alle soppresse Ausl con le soppresse Aziende ospedaliere, nonché dalle aggregazioni degli altri presidi ospedalieri pure appartenenti alle soppresse Ausl.
I distretti ospedalieri rappresentano strutture dotate di autonomia tecnico gestionale ed economico finanziaria nonché di adeguate risorse e saranno guidati da un coordinatore sanitario e da un coordinatore amministrativo individuati dal direttore generale.
I distretti sanitari costituiscono invece l’articolazione territoriale dell’azienda sanitaria provinciale all’interno della quale vengono erogate le prestazioni in materia di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria. I distretti sanitari fanno capo all’area territoriale coordinata da un direttore sanitario e un direttore amministrativo individuati con le stesse modalità dei distretti ospedalieri e dotati dello stesso grado di autonomia.
Prevista l’istituzione dei presidi territoriali di assistenza (PTA) che anche attraverso il Centro unico prenotazione (CUP) garantiranno in materia capillare l’erogazione delle prestazioni in materia di cure primarie, servizi socio-sanitari integrati con le prestazioni sociali, servizi a favore dei minori e delle famiglie con bisogni complessi, servizi di salute mentale.
I direttori generali decadranno automaticamente in caso di mancato raggiungimento dell’equilibrio economico di bilancio in relazione alle risorse negoziate nonché in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi: il loro contratto avrà durata triennale, rinnovabile per altri tre anni nella stessa azienda. Gli attuali direttori decadranno automaticamente il primo settembre 2009, allorquando diventerà operativo il nuovo sistema aziendale. .
Il servizio di emergenza urgenza 118 sarà affidato a un organismo di diritto pubblico
Per tutto il resto, come già detto, aspettiamo il testo, i regolamenti e il Piano Sanitario, oggi tutto sembra una dichairazioni di intenti e nient’altro.