Era da prevedere. La Sicilia, terra di conquista dei grandi gruppi del nord Italia, che per decenni hanno sfruttato e alcuni continuano a sfruttare i lavoratori siciliani, ora, cominciano ad abbandonare l’Isola.
Finito lo sfruttamento, si abbandona la colonia. Telecom non è da meno a quello che in modo diverso per via dei contributi istituzionali sta facendo la FIAT con Termini Imerese, decide di ridimensionare il colosso e comincia con 22 sedi regionali e trasferisce il personale in regime di mobilità territoriale.
Sono ora a rischio centinaia di posti di lavoro del personale impegnato nelle reti, mentre è già stata avviata la procedura di avvio alla Cassa Integrazione per altrettanti Lavoratori.
E come al solito, la politica regionale si fa trovare impreparata per mancanza di idee e soprattutto per carenza di seri programmi di sviluppo economico del territorio e, come afferma il deputato Salvino Caputo, “chiederà al Governo nazionale provvedimenti di sostegno al settore per evitare la chiusura di queste sedi e per garantire il mantenimento dei posti di lavoro“.
E’ curioso che Salvino Caputo oggi “prende atto che ogni volta che una grande azienda decide di vedere in chiave di risparmio e razionalizzazione il piano aziendale questo avviene sempre in danno della Sicilia e dei Siciliani“.
Mai un mea culpa. Tutta colpa degli altri. La casta va sempre in paradiso e ogni tanto, tardi, si accorge che qualcosa di strano accade in questa martoriata terra di Sicilia.