La domanda è scesa del 23,2% nel mese di gennaio 2009. L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) ha invocato un intervento dell’intera catena di fornitura (la cosiddetta “supply chain”) del trasporto merci per contrastare l’attuale crisi del settore, effettuando miglioramenti sul fronte della sicurezza, della qualità del prodotto finito e dell’efficienza.
“Il comparto è in crisi e nessuno lo sa meglio del nostri colleghi del settore cargo. La domanda di merci è colata a picco. Al devastante calo del 22,6% a dicembre, ha fatto seguito un’ulteriore diminuzione del 23,2% a gennaio”, ha sottolineato Giovanni Bisignani, Direttore Generale e Amministratore Delegato della IATA. Bisignani è intervenuto con un messaggio registrato al Simposio Mondiale IATA sul Traffico Merci di fronte a 700 esperti del settore.
Il traffico merci rappresenta circa il 10% delle entrate del comparto. Dal momento che il 35% del valore dei beni scambiati a livello internazionale viaggia in aereo, questo settore rappresenta un termometro della salute economica globale. “Il continuo declino dei mercati è un chiaro segno che non abbiamo ancora toccato il fondo di questa crisi”, ha spiegato Bisignani.
Nel dicembre del 2008 la IATA aveva previsto che nel 2009 il volume delle merci avrebbe subito un calo del 5%. Questo dato, associato ad una diminuzione dei rendimenti, avrebbe portato ad un calo del 9% nei ricavi relativi alle merci per un valore di 54 bilioni di dollari USA.
“Purtroppo, l’incredibile caduta della domanda che si è verificata in seguito fa sembrare ottimistiche queste previsioni”, ha detto Bisignani.
“Mentre affrontiamo questa crisi, dobbiamo cercare occasioni che in futuro facciano crescere in modo più efficiente la nostra industria, focalizzata sulla soddisfazione delle richieste del cliente. I clienti chiedono un buon prezzo e un ottimo prodotto, reso, in modo veloce ed affidabile, attraverso la catena di distribuzione. Per soddisfare le loro aspettative e costruire un solido futuro per questa industria, è necessario attuare dei cambiamenti”, ha ribadito Bisignani.
Il CEO della IATA ha evidenziato tre priorità per la supply chain: sicurezza, e-freight e Cargo 2000.
Sicurezza: I costi per la sicurezza del traffico merci continuano a crescere. La tecnologia di screening non viene ottimizzata e le definizioni, i requisiti e il rigore nell’applicazione varia da un paese all’altro. La IATA ha chiesto un forte impegno del comparto per convincere gli Stati Uniti che i piani per imporre entro il 2010 uno screening delle merci del 100% sono fuori luogo.
“Effettuare una scansione di tutto quello che viene caricato a bordo di un aereo è uno spreco di risorse preziose – ha incalzato Bisignani – . Per essere efficaci dobbiamo identificare i rischi partendo da un approccio che interessa l’intera catena di fornitura. La Secure Freight Strategy della IATA punta su un approccio basato sui potenziali rischi, che suddivida le responsabilità lungo l’intera catena di fornitura. I governi devono ricordare che questa è un’industria globale. Dunque abbiamo bisogno di un approccio coordinato a livello globale, che prenda in considerazione l’intera supply chain”.
Efficienza con l’e-freight: a fronte del calo del rendimento e della domanda Bisignani ha sottolineato il ruolo importante assunto dall’e-freight come fattore chiave per l’efficienza e i risparmi sui costi. “Migliorando la qualità senza ridurre i costi non faremo molta strada. Dobbiamo modernizzare i vecchi processi del settore del trasporto aereo, abbandonando l’obsoleto supporto cartaceo per l’e-freight”, ha detto Bisignani. La consegna di ogni carico è accompagnata da più di 30 documenti. Attualmente, grazie all’e-freight, 12 di questi documenti potrebbero essere convertiti in file elettronici. Attualmente è già operativo in 18 località, per un totale di 26 aeroporti.
“L’E-freight non è una teoria – ha precisato il CEO di IATA – E’ una realtà che assicura efficienza e riduzione dei costi in tutta la supply chain. Il nostro obiettivo entro il 2010 è di ridurre il 64% della documentazione su carta dall’81% delle spedizioni internazionali. In altre parole, elimineremo 20 documenti operando contemporaneamente in 44 località”.
“Per riuscire abbiamo bisogno dell’impegno dell’intera catena di fornitura teso a produrre economie di scala. I benefici sono enormi: US$4,9 miliardi (€ 3,9 miliardi) in risparmi sui costi per la catena di fornitura, un 22% di riduzione di scorte per gli spedizionieri, un 25% di riduzione di penali alla dogana, un calo medio di 24 ore nei tempi di spedizione e un incremento dell’1% nella quota di mercato rispetto le spedizioni via mare. Ci guadagnano tutti. E tutti devono contribuire”, ha proseguito Bisignani.
Qualità – Cargo 2000: Bisignani ha anche chiesto una più ampia partecipazione dell’intera catena di fornitura in Cargo 2000 per migliorare la qualità. “In tempi di crisi gli standard di qualità Cargo 2000 diventano ancora più importanti. La IATA è impegnata a fondo in quest’iniziativa. Fa parte degli standard che raccomandiamo. Ma per essere efficace, è necessario che l’intera catena di fornitura sia sulla stessa lunghezza d’onda sui metodi per garantire la qualità. È a questo che serve Cargo 2000”, ha spiegato il presidente.
Cargo 2000 è stato costituito più di dieci anni fa per semplificare i processi, riducendo da 40 a 19 i passaggi della catena logistica e per imporre standard qualitativi più efficaci.
Il Simposio Mondiale della IATA sul Trasporto Merci è in corso a Bangkok, in Thailandia, dal 2 al 5 marzo 2009. L’evento, caratterizzato dal tema “Attenzione al consumatore”, sta cercando di costruire un futuro solido per il comparto, contribuendo a contrastare la crisi che attualmente coinvolge l’economia globale.