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Francofonte: il sindaco ed il direttore generale dispongono il silenzio dei dipendenti comunali, pena sanzioni disciplinari.

Il 4 Gennaio 2009 sulle pagine di questa testata (https://www.mondoedintorni.it/2009/2547/sicilia-il-popolo-non-deve-sapere-come-si-spende-il-denaro-pubblico/) fu scritto di come l’amministrazione comunale di Francofonte avesse condotto alcuni importanti atti pubblici di gestione finanziaria ed amministrativa dell’ente, non curandosi affatto di dare il dovuto riscontro alle richieste di accesso agli atti o di rilascio di copie cartacee, che alcuni cittadini e rappresentanti sindacali avevano legittimamente avanzato.
In quella occasione si denunciava il fatto che taluni funzionari ed il sindaco, avevano opposto un comportamento tale, sicuramente grave, da non consentire ai cittadini di avere contezza della gestione politica ed amministrativa delle pubbliche risorse economiche e, meno ancora, del corretto uso degli strumenti finanziari dei quali gli enti pubblici sono dotati.
Ebbene, la storia ancora oggi si ripete! cosicché il sindaco del Comune di Francofonte, Giuseppe Castania ed il direttore generale, Alfredo Centamore, continuano a mantenere il silenzio su quegli atti amministrativi (bilancio di previsione ed atti del consorzio “Unione Jonica dei Comuni”), che riportano somme di denaro pubblico, presumibilmente destinate a ricompensare copiosamente funzionari, esperti, tecnici ed altri soggetti assunti con contratti di collaborazione o a termine e con fantasiose convenzioni, o magari forse a coprire le spese di certe attività, che potrebbero risultare non essere proprio conformi alle finalità istituzionali o al perseguimento di particolari obiettivi previste dalle norme di legge.
In verità, tutto ciò non è dato sapere, perchè ancora una volta le organizzazioni sindacali e le r.s.u. del Comune non sono state informate per tempo, nonostante il principio della pubblicità degli atti amministrativi lo imponga e il diritto all’informazione sia stato sancito!-
Va puntualizzato che le vigenti norme finanziarie e le norme che disciplinano le assunzioni e la gestione delle risorse umane nel pubblico impiego, hanno espressamente vietato agli enti pubblici di servirsi del pubblico denaro al di fuori dei parametri dell’efficienza e dell’economicità dei servizi ed hanno imposto ad essi di agire sulla base delle regole della correttezza e della buona fede (amministrativa e contabile), nell’esclusivo interesse pubblico, al fine di evitare la creazione di nuove sacche di precariato, inutili e dispendiose, a fronte delle migliaia di lavoratori in crisi nel contesto del “sistema Italia”, i cui apparati di produzione e i livelli di produttività e di funzionalità risultano già abbondantemente incrinati.
A Francofonte avviene invece tutto il contrario, nonostante che, dal suo pulpito, il ministro Brunetta stia tuonando pesanti anatemi e sonore scomuniche per gli enti viziosi e per i dipendenti fannulloni e la Corte dei conti stia lanciando dolorosi moniti sull’allegra gestione del pubblico denaro. Ad ogni modo, c’è tempo per argomentare la gestione conviviale del Comune di Francofonte, ripercorrendo persino la storia degli ultimi cinque anni.
Orbene, a comporre ulteriormente le responsabilità del sindaco e del direttore generale in merito a questi silenzi, è intervenuta una loro disposizione di servizio, emanata a firma congiunta con prot.gen.n° 4376/2009, con la quale invitano il personale dipendente ad astenersi dal divulgare fatti o atti che riflettono la vita amministrativa del Comune, mediante i vari mezzi di comunicazione, se non previa autorizzazione degli organi competenti, pena l’applicazione di sanzioni disciplinari, facendo salva tuttavia la libertà di pensiero costituzionalmente garantita.
In pratica, puoi pensare, ma non puoi manifestare e soprattutto bisogna celare l’esistenza di atti amministrativi di ordine generale, la cui pubblicità è garantita con forza di legge.
Tutto ciò si riflette, sia sulla trasparenza dei comportamenti della pubblica amministrazione, che viene in tal senso offuscata, sia sulla conduzione della vita ordinaria della comunità di Francofonte, la quale rischia in tal modo di essere sottoposta all’incuria ed all’indolenza eventuali dei politici, senza avere diritto di conoscere le azioni messe in campo dall’amministrazione comunale e come queste possano inficiare i diritti soggettivi del singolo, ovvero gli interessi legittimi dei molti. In definitiva, i fatti inerenti la pubblica amministrazione di Francofonte,  in seguito alla disposizione del sindaco e del direttore generale, dovranno essere secretati dai dipendenti, ai quali è fatto espresso divieto persino di parlarne. A questo punto non resta che aspettarsi l’emanazione di un editto, con il quale potrebbero essere sospesi (!) i diritti civili dei cittadini e congelati i rapporti sociali, costituzionalmente garantiti. E’ da riportare un pensiero di Enzo Biagi, che può sicuramente essere posto in rapporto a ciò che sta accadendo oggi in questo piccolo Comune della provincia di Siracusa, il quale ha detto: “alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anziché di chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti.”
Nello Russo

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