domenica, Novembre 24, 2024
HomeAmbienteMUOS, ovvero gli americani in Sicilia da liberatori a padroni assoluti

MUOS, ovvero gli americani in Sicilia da liberatori a padroni assoluti

La Sicilia post bellica secondo le disposizioni del Trattato di Pace firmato a Parigi, doveva essere smilitarizzata e nessuna installazione militare doveva essere implementata rispetto al periodo pre conflitto e, addirittura, era prevista una notevole riduzione delle forze militari nell’Isola.

Con l’attenta regia degli USA che in pratica si sono impadroniti dell’Italia come merce di scambio del Piano Mashall che ha comunque permesso, anche se a caro prezzo, al paese di iniziare una lenta ripresa socio economica.

In Sicilia era comunque stata mantenuta una discreta presenza militare di quello che restava delle forze armate italiane. Non c’è stata alcuna riduzione e tutte le installazioni hanno ripreso a funzionare, alcune, anche implementate.

Poi l’interesse dell’amico/padrone USA si indirizza verso la Sicilia che politicamente ha giocato e abbandonata a se stessa dopo aver giocato pesantemente la carta dell’autonomismo. Si ricorderà che improvvisamente gli USA voltarono le spalle a Andrea Finocchairo Aprile e Canepa, per i supremi interessi di geopolitica.

Oggi l’Isola è territorio americano solo per quanto riguarda tutte le installazioni militari presenti in quasi tutti i punti strategici della Trinacria, Pantelleria inclusa.

Si contano, tra stazioni di ascolto e radar di controllo, e basi per gli AWACS, gli aerei che possono controllare tutto il traffico aereo in un perimetro che va oltre i 4 mila km,  (a Birgi la stazione più importante con ben 4 aerei che si danno il cambio in volo), oltre 30 infrastrutture “sotto il controllo USA e senza che l’Italia possa solo dire qualcosa.

Singonella, la punta di diamante dell’ingente presenza militare americana in Sicilia, con i suoi reparti di intercettazioni, intelligence, navale ed aerei , senza dimenticare le polveriere “atomiche”  che non dovrebbero esistere sul territorio italiano, è il simbolo della invadenza americana che da liberatori sono divenuti, come spesso accade a questo paese democratico d’oltremare, padroni assoluti ed assolutisti.

Adesso voglio installare in Sicilia, precisamente a Niscemi, all’interno di una importante riserva naturale, il M.U.O.S. (Mobile User Objective System), la stazione di controllo terrestre del Mobile User Objective System MUOS, sofisticato sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (UHF) delle forze armate USA che integrerà comandi, centri d’intelligence, radar, cacciabombardieri, missili da crociera, velivoli senza pilota, ecc..

L’8 ottobre, durante la seduta del Consiglio regionale, l’assessore al turismo e ambiente, Giuseppe Sorbello, ha sollecitato il Consiglio siciliano per la protezione del patrimonio naturale (CRPPN) a fornire “chiarimenti e un supplemento di istruttoria in relazione al progetto MUOS, per l’installazione di un sistema di comunicazione per utenti mobili da allocare nella riserva naturale di Niscemi”. “Data la possibilità di problematiche legate all’elettromagnetismo”, l’assessore Sorbello ha invitato il CRPPN ad “approfondire i pareri già rilasciati da altri enti prima del completamento dell’iter approvativi”.

La questione si sta mantenendo per “ordini superiori”, di basso profilo e le informazioni sono scarse se non inesistenti, anche le manifestazioni della cittadinanza viene mantenuta quasi nascosta.

Sabato 28 febbraio, si è svolta a Niscemi una importante manifestazione di protesta organizzata dagli  studenti del Liceo scientifico di Niscemi (CL) che, dopo aver attraversato tutto il paese, si è conclusa nella Piazza centrale del paese ed alla quale hanno partecipato oltre 15 mila persone per dire NO al MUOS. Una stazione analoga in USA è dislocata in pieno deserto, qui ci troviamo a meno di 3 Km da Niscemi, paese con quasi 30.000 abitanti.
Intorno al MUOS come accade per  tutte le basi americane in Sicilia, si è alzata una fitta cortina di fumo, e silenzi  anche complicità istituzionali fanno da corollario a questo sistema ad altissima frequenza in grado di integrare comandi di spionaggio con sommergibili nucleari, cacciabombardieri, missili intercontinentali e aerei senza pilota.
Si tratta di un’unica struttura per il coordinamento di operazioni belliche aereoterrestri e navali nel Mediterraneo e in Oriente sotto un’unica regia in grado di fare sintesi di oltre 18.000 terminali sparsi per il globo.
Il sito prescelto opera già da qualche decennio come centro radaristico di supporto alla base USA di Sigonella, alle porte di Catania. Il costo dell’opera supera i tre miliardi di dollari e la Marina militare statunitense ne prevede la conclusione entro il 2012. 

Questa installazione è qualcosa di molto più complesso e pericoloso per la Sicilia del semplice, si fa per dire, ampliamento della base e dell’aumetno del contingente americano a Sigonella e conseguentemente in tutta l’Isola, qui siamo in presenza di un sistema di intercettazione ed intelligence capace di monitorare il mondo intero.  Echelon in confronto, appare come i computer degli anni ‘30.   

I lavori sono iniziati quando c’era in carica il governo Prodi che ovviamente, al pari di Berlusconi, si è guardato bene di informare la cittadinanza siciliana di questo ulteriore sfregio alla Sicilia.

Destra o sinistra, quando si tratta di barattare interessi economici e politici con qualcosa, la merce più a portata di mano per i governi italiani è la Sicilia, e in questo caso un altro pezzo dell’Isola è stata ceduta agli USA per le loro guerre stellari.
Purtroppo per i cittadini di Niscemi il progetto andrà avanti e sarà realizzato. Gli USA non tornano indietro, tutto sommato qui in Sicilia sono i padroni assoluti. Altro che mafia …. 

Comunque i Siciliani perché ”Stiano tranquilli – dice l’assessore Sorbello – gli abitanti di Niscemi e del circondario perche’ verranno messi in atto tutti gli strumenti necessari sia tecnici che politici per garantire il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente”.

E se lo dice un assessore regionale, si può stare tranquilli … i nostri politici sanno quello che dicono e soprattutto sanno quello che … non fanno.

Più popolari

ultime notizie