In Italia si sa si vota ad ogni più sospinto. Ed ecco che allora il governo italiano si inventa la tessera elettorale “multipla”. Si disse allora per ragioni di risparmio ma nessuno vi ha mai creduto.
Il Garante sulla Privacy nel 2001 si espresse in modo negativo a questa innovazione e spiegò che “il nuovo modello di tessera elettorale rende nota una sequenza di dati relativi a tutte le consultazioni elettorali precedenti che, a causa di eventuali smarrimenti, visione della tessera da parte di altri soggetti o di componenti dei seggi elettorali, richieste improprie da parte di uffici o persone, espongono il cittadino al rischio che la scelta di partecipare o meno alla consultazione elettorale sia facilmente conoscibile anche fuori della sezione elettorale.”
Sempre secondo il Garante, “viene a determinarsi la possibilità di dedurre, attraverso la tessera, l’orientamento politico degli elettori, violando in tal modo la segretezza del voto tutelata dalla Costituzione. Alcune consultazioni elettorali, infatti, possono assumere particolare significato per l’oggetto (si pensi a determinati referendum o a votazioni di ballottaggio) o per il contesto in cui cadono (alcune forze politiche possono esprimere specifici orientamenti invitando gli elettori di tipo al voto o all’astensione), tanto che anche il solo dato dell’avvenuta partecipazione alle operazioni di voto può risultare molto indicativo.
Va peraltro evidenziato che la prevista timbratura della tessera con il bollo della sezione di voto può, in determinati casi (degenza in ospedale, detenzione in carcere), rendere conoscibile la particolare condizione dell’elettore.”
Ma c’è di più. In Sicilia questa innovazione è parte integrante del sistema di controllo del voto e dei voti di scambio.
In ogni seggio c’è sempre un rappresentante di lista e questi può, con la scheda multipla, avere contezza immediata circa l’attività di voto dell’elettore.
Va da se che la scheda multipla potrebbe avere una sua validità e correttezza qualora l’elettore fosse libero di votare in uno dei qualsiasi seggi dislocati nella città senza l’obbligo preciso di doversi recare nel seggio “stabilito” dal Comune.
Fin quando questo sistema non verrà modificato, in Sicilia si potrà continuare tranquillamente nella pratica del voto di scambio “controllato”.