domenica, Novembre 24, 2024
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Regione Siciliana. Ad un invalido al 100%, costretto a letto e attaccato ad una macchina, viene negato il bonus sanitario.

Succede anche questo in questa terra di Sicilia dove la casta feudale vive in un mare di bonus e privilegi.
Affetto da patologie gravi invalidanti ed irreversibili, non autosufficiente e con il beneficio dell’accompagnamento, costretto a letto attaccato ad una machina, l’invalido marsalese nel 2008 fa domanda per l’ottenimento di un bonus sanitario anche in forza alla sua invalidità riconosciuta dalla Commissione Invalidi dell’ASL 9 di Trapani.
Dopo qualche mese, l’amministrazione comunale comunica al nostro che non ha diritto al bonus in quanto non dichiarato affetto da patologie gravi come prescritto dall’art. 3 comma 3 della legge 104/92.
Abbiamo cercato di capire questa aberrazione e ci siamo trovati davanti ad una norma della Regione Siciliana, sempre prodiga con i suoi eletti nell’elargire bonus e benefit, che di fatto prescrive  i destinatari del buono socio-sanitario sono le famiglie residenti nel territorio regionale che mantengono o ad  anziani (di età non inferiore a 69 e 1 giorno) in condizioni di non autosufficienza “certificata”  …. o disabili gravi (art. 3 comma 3 l. 104/92)…). 
Secondo il pensiero della casta feudale, il cittadino invalido al 100%, non autosufficiente, che ha necessità di assistenza tanto che gli viene riconosciuto l’accompagnamento, non ha diritto ad alcuna assistenza economica dalla Regione Siciliana perché ha la disgrazia di essere invalido, non autosufficiente e costretto su un letto attaccato ad una macchina, ma di non avere 69 anni e 1 giorno.
Tutto questo accade mentre a Sale d’Ercole e a Palazzo D’Orleans, i feudatari della politica siciliana stanno combattendo la loro inutile battaglia sulla sanità. Né Russo che pensa solo ai tagli, né i parlamentari, sembrano sapere effettivamente di cosa stanno parlando.
Questo del mancato bonus al cittadino invalido marsalese è uno scandalo, ma forse, ancora più scandaloso è continuare a tenere a stipendio 90 parlamentari ed un stuolo di vassalli della politica, di oltre 2400 dirigenti e migliaia di dipendenti, senza alcun ritorno per la Sicilia e i siciliani.
Commissariare la Sicilia, ma con commissari del nord Italia e non siciliani, forse sarebbe una soluzione. Si spenderebbe meno per politica, si manderebbero a casa tutti quegli incompenti, raccomandati e imboscati,  si utilizzebbe il denaro pubblico con più oculatezza.

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