In riferimento all’articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia del 10/02/09 (e su altri organi di stampa locali), relativo alla situazione della Casa di Riposo “Giovanni XXIII” di Marsala, si puntualizza quanto segue.
La situazione economica della Casa di Riposo, che a detta del Presidente dell’Ente, Prof. Giuseppe Bellafiore, è sulla via del salvataggio, in realtà è più drammatica che mai.
Nell’articolo vengono menzionate cifre relative ai risparmi ottenuti durante il 2008 (cifre la cui correttezza vorremo verificare non appena sarà approvato il Conto Consuntivo), nonostante i quali i dipendenti di ruolo devono riscuotere, ad oggi, gli stipendi di ottobre, novembre, dicembre e tredicesima 2008, nonché gennaio 2009 (gli arretri contrattuali relativi agli anni 2006 e 2007 dovrebbero venire pagati fra qualche giorno); i dipendenti non di ruolo devono riscuotere i mesi da luglio 2008 in poi; i professionisti e fornitori devono riscuotere buona parte dell’anno 2007, mentre per quanto concerne il 2008 alcuni sono stati pagati quasi integralmente altri sono creditori di buona parte delle spettanze. Tale situazione rappresenta un notevole peggioramento rispetto a quella trovata dal Consiglio di Amministrazione all’atto dell’insediamento (3/1/08), quando gli stipendi arretrati del personale di ruolo consistevano in tre mensilità.
I tagli delle spese che indubbiamente sono stati realizzati ( e che comunque, probabilmente, sono ormai arrivati al massimo ottenibile) non sono stati quindi sufficienti a raggiungere quantomeno un pareggio tra le entrate e le uscite medie mensili. Rimane peraltro il forte dubbio che la qualità dei servizi forniti ne sia stata penalizzata, alla luce della sensibile diminuzione del numero di assistiti che, alla fine di gennaio 2008 era di 96 unità e che alla data attuale è di 79 unità (il numero più basso dall’ottobre del 1997).
Occorre peraltro rimarcare come la situazione sarebbe potuta essere ben più drammatica se la Regione siciliana ed il Comune di Marsala non avessero pagato complessivamente ben 85.000,00 euro in più rispetto all’anno 2007 per finanziamenti e contributi straordinari, fornendo un grosso aiuto che, peraltro, non è detto che venga riconfermato nell’anno in corso.
I dipendenti, come si può evincere da quanto sopra esposto, sono ormai alla disperazione e si aspetta ancora una seria ispezione contabile da parte delle Istituzioni preposte per verificare se questa Casa di Riposo può avere un futuro oppure debba essere estinta secondo la normativa vigente in materia.
Il Consiglio di Amministrazione, anch’esso varie volte sollecitato in tal senso, non ha mai prodotto un piano di risanamento, con l’indicazione certa delle modalità di pagamento al personale delle competenze mensili e degli arretri vantati. Ciò ha comportato una serie di azioni legali per il recupero delle somme che, nonostante interessino solo una parte dei dipendenti stessi, ha senza dubbio comportato un aggravio delle spese per le già disastrate casse dell’Opera Pia. Esiste quindi il fondato timore che, in assenza di risposte concrete e immediate, tutto il resto del personale agisca in tal senso, provocando l’irrimediabile fine dell’IPAB.
In conclusione, pur apprezzando lo sforzo del Presidente di voler rimarcare quanto di buono fatto durante l’anno trascorso, i dipendenti non possono che sottolineare il fatto che, in assenza di una urgente e forte risposta da parte delle Istituzioni, la situazione non potrà che peggiorare, per l’Ente e per le famiglie dei dipendenti che ogni giorno vi lavorano con coscienza e senso del dovere ma che, in palese inosservanza delle più elementari norme del diritto del lavoro, non percepiscono un regolare stipendio.
A questo punto i dipendenti chiedono al Consiglio di Amministrazione di dare un forte segnale rassegnando le dimissioni e rimettendo il mandato nelle mani dell’Assessore regionale alla Famiglia, passando così all’organo regionale la responsabilità di porre fine a questa drammatica situazione.