Per anni sono andate in giro per il Paese battute di vario gusto a proposito dell’esistenza in vita in Italia di leggi vecchissime, risalenti ancora al periodo del Regno. Quindi già la creazione di un dicastero per la semplificazione era stata vista come un atto dovuto, necessario per mettere ordine in un corpus juris ormai diventato assolutamente farraginoso e – per sua stessa natura – non direttamente fruibile da parte dei cittadini: troppo complicato riuscire a star dietro ai numerosissimi atti di modifica o di abrogazione parziale, di modificazione, etc relativi a queste leggi.
Di fronte al famoso adagio “ignorantia legis non excusat” era ovvio domandarsi come fare fronte ad una situazione insostenibile come la nostra: con tutta la buona volontà il cittadino comune, che non è necessariamente laureato in giurisprudenza, di fronte a qualsiasi atto ormai si trovava nell’impossibilità di essere certo a proposito delle norme applicabili. Situazione, questa, divenuta effettivamente intollerabile.
Perciò l’intero MCPE plaude alla conversione in legge del decreto proposto dal Ministro Calderoli, che finalmente cancella per sempre circa 29 mila leggi emanate tra il 1861 e il 1947.
Ma quello che a noi piace ancora di più è la creazione di “Normattiva”, una banca dati a disposizione di tutti, a titolo gratuito, che costituisce la memoria degli atti normativi effettivamente in vigore. Questo utilizzo dell’informatica è un esempio intelligente e sicuramente cost-effective, al di là del necessario investimento iniziale.
Giorni fa, durante una discussione a proposito dell’applicazione delle leggi in Italia, uno dei miei interlocutori sottolineava che il nostro problema sta nel fatto che l’applicazione del diritto posi sulla sua interpretazione, e quest’ultima sia causa di un’incertezza non eliminabile.
Personalmente riteniamo che l’interpretazione debba continuare ad essere annoverata tra gli strumenti che concorrono alla corretta applicazione delle leggi, ma che nello Stato la certezza del diritto deve necessariamente partire dal sapere – tutti noi – quali sono le leggi effettivamente vigenti.
Il prossimo passo, per la costruzione di uno stato di concezione moderna e più vicino ai propri cittadini e residenti, sarà quello di sradicare un privilegio di casta, per cui i magistrati che, in applicazione della legge, abbiano avallato provvedimenti palesemente sbagliati (vedi ad esempio quello che ha rimesso in circolazione uno dei due stupratori rumeni della Caffarella, che era stato inizialmente espulso dal nostro Paese) paghino per i loro errori.
Alessandro Bertirotti