Spopolano le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per la Difesa La Russa sulle crisi mondiali. Ad ogni piè di crisi ecco che i nostri hanno pronta una brigata o una compagnia carabinieri per inviarli sul teatro, inteso come area geografica di crisi.
Le Forze Armate italiane sono quello che sono, piramidali rovesciate, nel senso che nelle tre forze armate, quattro se aggiungiamo i carabinieri, gli ufficiali superiori e i generali sono spropositati rispetto alle reali esigenze di ogni singola forza armata.
Le greche, così sono chiamati i generali e gli ammiragli, a volte dirigono un ufficio con colonnelli e capitani e qualche militare non graduato. Tutti i comandi hanno subito negli ultimi 20 anni, una declassificazione d’importanza inversamente proporzionata all’esigenza di garantire un comando a questo o a quel colonnello o generale “fuori quota” .
I reparti operativi si stima siano solo il 40% del totale degli effettivi e la maggior parte dei quadri, generali, ufficiali e marescialli, è distribuita in comandi d’area, regionali, provinciali e stati maggiori. Comandi dove la sofferenza in termini di personale non si avverte, mentre i reparti soffrono decennali e croniche carenze di anche di mezzi e soprattutto di addestramento. Sono lontani i tempi di quando in un ufficio si poteva contare un maresciallo e tre/quattro militari. Ora sembra che negli uffici militari a qualsiasi livello si può possa tranquillamente un capo ufficio colonnello, quando non addirittura un generale, un vice, di norma tenente colonnello, e un paio di ufficiali inferiori addetti. Le varie riforme e le conseguenti dismissioni di molte caserme e aeroporti dovuti alle forte contrazione del numero degli effettivi, decisa dai vertici militari, e la soppressione, meglio dire “sospensione” della leva obbligatoria, non hanno portato le forze armate ad una logica riduzione dei quadri effettivi e quindi tutto al personale in esubero, specie nelle gerarchie (leggasi generali e ufficiali superiori) è stato trovato comunque un impiego in ambito comandi d’area e centrali.
Il risultato più evidente è che in rapporto alle forze armate americane che contano oltre tre milioni di uomini, i generali, colonnelli e marescialli nelle tre forze armate italiane che complessivamente possono contare circa 160 mila uomini (esclusi i carabinieri che da soli sono circa 90 mila) è che le forze armate italiane possono contare su un numero spropositato di generali e ufficiali superiori in rapporto alle effettive esigenze. I soli marescialli, secondo fonti della Difesa, sono in sovrannumero di circa 40 mila unità. Zavorre economiche inammissibili ed uno spreco immane di risorse finanziarie insopportabile per una struttura che “pensa” in grande e vuole inserirsi nel circuito delle grandi potenze militari.
Il bilancio della difesa per la maggior parte viene assorbito dalla gestione “non operativa” e si spalma in modo diseguale nei tanti rivoli della spesa logistica (il solo capitolo soggiorni montani e marini assorbe enormi risorse economiche, di personale e mezzi) assistenziale e di benessere. Incredibili gli sprechi nella manutenzione degli alloggi che una volta erano definiti di servizio e che adesso, per buona parte, sono assegnati in concessione a personale in congedo anche da molti anni, per non parlare delle centinaia di strutture inutilizzate ed abbandonate in tutta Italia, tenute nel “registro” della difesa senza alcuna necessità. Nella sola città di Marsala insistono ben tre complessi, due all’interno della città: l’alloggio dell’ex Comandante della Zona militare, e l’ex deposito munizioni che ormai è di proprietà dell’A.M. anche se locato da un privato per la “irrisoria” somma di mille lire al mese dal lontano 1936; e uno, l’ex base dello Stagnone, con i suoi grandi capannoni paradossalmente sotto tutela dei beni monumentali.
Ma agli sprechi dell’A.M. si aggiungono quelli dei Carabinieri che a Marsala sono di base presso Villa Araba di Via Mazara, sotto la tutela della Sovraintendenza dei Beni Cultuali, e corrispondono al proprietario, che curiosamente è proprietario anche della struttura dell’ITC Garibaldi di Via Trapani e si dice anche del palazzo dove alloggia il Commissariato, un sostanzioso canone di locazione annuo. Se solo i Carabinieri costruissero la loro caserma, come hanno fatto in Contrada San Filippo e Giacomo, nel giro di tre/quattro anni avrebbero un bene a costo zero … invece , meglio pagare al privato, e lasciare senza benzina le “pantere”.
Non meglio se la passa il 37° Stormo di stanza a Birgi che utilizzata aerei F16 che sono stati costruiti nel 1973 e secondo il manuale Looked, sono ormai fuori dal periodo di operatività stabilita in 35 anni. Dei circa 20 aerei in dotazione iniziale ne sono rimasti solo una dozzina e non tutti operativi. Gli aerei sono americani e l’A.M. ha acquistato un quantitativo di ore di volo che sarebbero dovuti durare fino al 2011, anno di ridislocazione del Gruppo di volo a Gioia del Colle, ma a seguito della proroga di un anno decisa dallo Stato Maggiore, ecco che le ore di volo che dovevano essere utilizzate nei prossimi due anni, che però hanno subito una diminuzione per il taglio del budget delle FF.AA., dovranno essere spalmati in tre anni.
C’è di più, oltre che a pagare gli americani per le ore di volo, l’A.M. paga anche i tecnici della Looked che devono mantenere in efficienza gli aerei anche se qualificati tecnici italiani sono i veri artefici del loro funzionamento. Ma sono gli accordi e quindi.. paga pantalone. E pantalone ha pagato anche il mione e mezzo di euro per l’ampliamento degli hangar attuato quando già era noto ed ufficiale un ridislocamento della componente di volo ad altro aeroporto.
Ma anche il tanto decantato controllo dello spazio aereo sembra non sia garantito come dovrebbe ove si consideri che all’esigenza si alzerebbe solo un velivolo quando di norma dovrebbero essere due.
Gli EFA (eurodfigheer da 20 milioni di eruo ciascuno rimango pochi e complessivamente l’Italia ha una forza aereo che può essere paragonata a quella di un apese del terzo mondo.
E la gerarchia militare ? Misteri.
Un quadro disarmante che sembra non preoccupare più di tanto il presidente del Consiglio dei Ministri e il suo ministro per la Difesa LA Russa che, come detto in apertura di articolo, ad ogni crisi mondiale, e anche italiana (vedi spazzatura e pseudo sicurezza con tremila militari sul territorio) dichiarano di essere pronti ad inviare truppe all’estero.
Forse, se i due facessero un giro per l’Italia, se cercassero di capire che le Forze Armate italiane sono alla frutta, forse, ma solo forse, il Presidente Berlusconi e il ministro La Russa realizzerebbero di essere in Italia e non negli USA.