domenica, Novembre 24, 2024
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Federalismo fiscale: un pastrocchio incostituzionale

Lo statuto siciliano è parte integrante della Costituzione italiana e come tale, anche per precise disposizioni costituzionali,  non può essere modificato dalla riforma così detta “federalismo-fiscale”  che deriva da una legge ordinaria. 

E’ deprimente e avvilente come la casta della monarchia politica siciliana, vassalla di Roma capitale, non conosca le norme costituzionali quando parlano di statuto.
Bravo Bossi e bravi i deputati della Lega Nord ad imporre la propria linea politica al governo che potrebbe essere tranquillamente definito “I governo Bossi”. Ma anche loro avrebbero dovuto studiarsi la Costituzione e lo Statuto siciliano, perchè, a meno di una nuova sentenza “politica ed incostituzionale”, della Corte Costituzionale che da decenni ha perso credibilità, la legge ordinaria del federalismo fiscale non può essere “imposta” alla Regione Siciliana.   

Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, strenuo difensore di questo pastrocchio incostituzionale, e che afferma trionfante Le prerogative dello Statuto siciliano? Bisognerà difenderle, non ci illudiamo che la nostra autonomia speciale sia, soprattutto al Nord, gradita o tollerata. Adesso si tratta di farci valere, anche se credo che la Regione siciliana la sua parte l’abbia già fatta alla grande. Certamente questa legge non è una delega in bianco: quando si passerà ai decreti attuativi la palla passerà al governo ma anche a noi che, sul piano politico e sul piano sociale, dobbiamo acquisire la coscienza della delicatezza del momento. Se in questa fase i parlamentari del Sud, al di là dello schieramento cui appartengono, sapranno unirsi e lavorare insieme, credo che tutte le nostre aspettative potranno essere tutelate e sostenute“, non sa o fa finta di non sapere, che le norme del federalismo fiscale, che “modificano” l’impianto costituzionale dello Statuto, sono incostituzionali.

Non meno barbina è la figura che hanno fatto i deputati del Partito Democratico che hanno sparato al vento la loro richiesta di inserire nel disegno di legge (non costituzionale) una clausola di salvaguardia  dell’autonomia siciliana.

Non sanno di che cosa parlano e siedono sugli scranni di Sala D’Ercole a Palazzo Reale.

«Conosciamo molto bene – a dichiarato il presidente del F.N.S Giuseppe Scianò –  il doppiogiochismo di quasi tutti i partiti politici italiani, che, in Sicilia, fingono di volere difendere lo Statuto di Autonomia, mentre a Roma fanno prevalere, in modo concreto, gli interessi ed i privilegi del Nord; riforma “fiscal-federalista” compresa» che ha aggiunto: «La riforma federalista sarà quella che la Lega Nord ha voluto. Non a caso Bossi ha ringraziato tutti e soprattutto la Sinistra Italiana, che con la propria astensione ha legittimato maggiormente la “proposta padana”».

Nessuno può “sanare” la illegittimità delle mutilazioni che sono state fatte al testo dello Statuto Speciale di Autonomia» ha puntualizzato Scianò.

Queste affermazioni avremmo voluto sentirli dire dal Presidente della Regione Siciliana e dai deputati siciliani ma purtroppo, ancora una volta, abbiamo assistito alla solita sceneggiata che vede protagonista la casta politica siciliana.

La propaganda sembra l’unica arte che i deputati siciliani, “duri e puri”, e che difendono i loro privilegi e benefit, conoscono bene.  

La gente siciliana non capisce, lo aveva detto proprio Raffale Lombardo a Bari nel 2005. “Ci chiamerebbero ASCARI se ci schierassimo a destra o a sinistra”. Si è schierato con la destra berlusconiana, quindi, per sua stessa definizione è un ascaro, e  grazie ad un governo a guida di un ascaro, la Sicilia sta subendo un’altro schiaffo costituzionale.

 

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