Come noto, la stampa non è stata invitata all’assemblea del PD marsalese quindi tutte le notizie sono forzatamente di “seconda mano”. Questo è uno dei motivi che ci ha consigliato di attendere qualche giorno prima di poter raccontare ai nostri lettori quanto accaduto il 9 gennaio scorso all’assemblea cittadina del PD. Dopo aver attentamente ascoltato le varie “voci” provenienti e sentito diverse campane, siamo venuti in possesso della relazione di Annamaria Angileri che ci sembra esaustiva e soprattutto spiega con dovizia di particolari, la crisi interna al PD nazionale e marsalese.
“In relazione alla assemblea del Partito Democratico svoltasi il 9 gennaio, è doveroso puntualizzare alcune cose. Tale assemblea è costituita da 103 componenti in difformità dal dettato della segreteria provinciale che non ha mai ratificato nessuna deroga alla norma in base alla quale tali consessi dovevano essere formati da un numero inferiore di componenti. La composizione di tale organismo doveva scaturire da elezioni primarie condotte tra i fondatori del PD (elettori e simpatizzanti che avevano votato alle primarie il 14 ottobre 2007).
A Marsala invece questo non è avvenuto, rendendo di fatto tale assemblea non eletta ma “nominata”.
La partecipazione di tali componenti all’assemblea è stata scarsa, nonostante una forte opera di convincimento messa in atto dai gruppi ex-ds ex-margherita. Hanno votato solamente 69 persone che rappresentano una percentuale molto bassa, segno evidente di un disagio interno al partito per un progetto basato solo sulla persona e sull’appartenenza, visto che la proposta politica ed il programma del candidato sono stati palesati solo in assemblea. Il neo eletto coordinatore ha ottenuto 41 voti favorevoli 25 contrari 2 astenuti una scheda bianca per un totale di 28 voti non favorevoli. Da questo si evince facilmente che, non avendo raggiunto neppure il quorum della maggioranza dell’assemblea, esce da tale votazione fortemente delegittimato. Tale possibile delegittimazione sembrava inizialmente essere nota al “candidato unico” Agostino Licari che, in tempi non sospetti, aveva affermato che, essendo questa assemblea un organismo di nomina, l’unica strada, ove fosse mancato un pieno accordo, era quello di procedere con le primarie, come da noi, da altri e dagli elettori veniva richiesto. Il cambiamento di linea su questo argomento, una volta raggiunta la certezza di una vittoria, anche se di stretta misura, non depone certo a favore della coerenza che dovrebbe essere propria di un coordinatore. Io ed il mio gruppo abbiamo votato contro ed espresso un forte dissenso prima sul metodo e poi sul merito della proposta.
Presentarsi dopo tutti questi mesi di attesa con un tale programma (per tacere della mozione di presentazione della candidatura) è umiliante per chi lo propone, oltraggioso per l’assemblea, ridicolo per la cittadinanza. Ben altro ci si aspetta dal Partito Democratico, per la forma e per i contenuti. Per il dettaglio e per la vastità degli argomenti che vanno “obbligatoriamente” e con urgenza affrontati. Questo dimostra che non sono i contenuti a guidare tale proposta bensì l’evidente accordo, benché mai ammesso, tra i partiti fondatori di bilanciare le cariche istituzionali dividendosi coordinatori e capigruppo in ogni città, provincia, regione. Alla faccia di Alessandra Siragusa che in direzione nazionale dice: “. Non si può rispondere al paese con una vecchia politica. Occorre creare una nuova classe dirigente“
Ed invece, al primo punto programmatico, in un momento così drammatico per la vita delle famiglie, si parla, udite udite, del tesseramento! Scandaloso. Ecco il vero motivo per cui si costruisce una segreteria: il tesseramento! Non lo dico io, lo dicono tutti, e non si può nemmeno fare finta di non vedere visto che, ripeto, lo troviamo come primo punto del programma. Davvero scandaloso.
Relazione, quindi, vuota ed anche contraddittoria come ad esempio quando dice: “… dopo una lunga fase di tentativi quasi mai riusciti e di incontri il più delle volte inconcludenti oggi siamo in condizioni di scrivere una pagina nuova con la nascita del circolo del partito democratico”. Intanto il circolo già esiste e se non se ne è avvertita la presenza magari è proprio per la inconcludenza degli incontri di cui egli stesso parla. Forse se a questi incontri avessero parlato più di metodo, di progetti, e avessero coinvolto tutto il partito sarebbero stati più fruttuosi. Anche dal punto di vista tecnico-politico, nessuno è riuscito a spiegarmi che funzione avrà il capogruppo in un gruppo dove esiste anche il segretario e chi tra i due esprimerà la linea politica, ma soprattutto cosa succederà se dovessero votare in maniera differente? E volendo analizzare un paradosso logico, divertente, se in una votazione si ponesse una questione di coscienza e si rendesse necessario rendere libero il gruppo di votare, a chi toccherebbe fare l’annuncio? Al capogruppo da cui dipende il consigliere Licari in quanto aderente al gruppo o al segretario a cui il capogruppo è politicamente subordinato? Infine, visto che uno degli argomenti con cui sono state rifiutate le primarie è stata l’urgenza dell’azione politica del PD, resto in attesa di vedere un deciso salto di qualità e quantità nell’azione politica dei prossimi 30 giorni (il tempo negato alle primarie) .
Esprimo, inoltre, la mia indignazione per il mancato invito della stampa a partecipare all’assemblea. Ricordo a tutti che il PD ha trasmesso la Direzione Nazionale in diretta via satellite, pur essendo noto che ci sarebbero stati momenti di difficoltà ed interventi critici. Se si ha paura di mostrare che a Marsala il segretario non è costruito sulla politica (programmi, progetti, rinnovamento) ma sull’intrigo (dirigenti autonominatisi che nominano senza legittimazione popolare), vadano a fare queste cose fuori dal PD. ….”