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Privatizzazione dell'acqua: a Sciacca riunione dei sindaci contrari

Lunedì 19 Gennaio, durante l’incontro dei sindaci contrari alla privatizzazione dell’acqua, abbiamo registrato alcuni interventi. Vi proponiamo la trascrizione di quello dell’On. Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona:

“Questa sera siamo arrivati ad un punto di svolta svolta nella vicenda della privatizzazione del sistema idrico integrato, dal momento che è emerso oramai un dato oggettivo e cioè l’incapacità di Girgenti Acque a gestire In modo efficace lo stesso sistema. Giornalmente, a Canicatti, Agrigento, Sciacca o in altri Comuni emerge che questa struttura non è nelle condizioni di garantire questo servizio primario. Molti di noi ricorderanno che venne bocciato il ricorso al C.G.A, il quale ritenne fondato il ricorso nelle sue motivazioni ma ritenne altresì la sussistenza motivi ritenuti più imortanti come l’utilizzo dei fondi comunitari, la ristrutturazione e l’ammodernamento delle reti.      
Per queste motivazioni il CGA respinse il ricorso presentato dall’Ato e dai comuni contrari alla privatizzazione del servizio idrico, dei quali capofila è il comune di Palma di Montechiaro. A distanza di qualche mese da quel giudizio, ci ritroviamo con una Girgenti Acque che è stata chiamata in giudizio essendone stata chiesta la dichiarazione di fallimento: giorno 14 di gennaio c’è stata un udienza durante la quale Girgenti Acque ha portato i suoi libri sociali in tribunale. Da questi emerge che essa ha un debito acclarato da fatture di tredici milioni di euro, a fronte di ipotetica bollettazione di dieci milioni di euro. La richiesta di dichiarazione di fallimento viene dal consorzio TRE SORGENTI che vanta crediti nei confronti di Girgenti acque per un milione e mezzo di euro corrispettivi per l’acqua erogata che Girgenti Acque, dunque, non ha pagato.

Il danno è che Girgenti Acque, che dovrebbe fronteggiare un investimento pubblico trentennale per il rifacimento delle reti idriche etc ,sostanzialmente, per garantire l’acqua ai cittadini dei 42 Comuni della terraferma della provincia di Agrigento, non riesce ad assolvere un debito ” miserabile” di un solo milione e mezzo di euro. Questo dimostra chiaramente lo stato di salute della Girgenti Acque. Le ragioni che fino all’aggiudicazione potevano essere considerate legittime, visto l’operato di Girgenti Acque, non lo sono più oggi. Nel sistema diversificato di distribuzione idrico della nostra provincia ci sono storie diverse di efficienza a volte anche di inefficienza ma l’idea di unificare complessivamente il sistema, secondo un certo ragionamento che fino ad un anno fa poteva avere una sua logica, oggi non regge più dato l’operato di Girgenti Acque.

Tale associazione di imprese sta dimostrando di non avere capacità patrimoniale e riprendendo quanto detto da Rosario Gallo ieri sera a Burgio, tra tutti i soggetti che hanno aderito a questa associazione temporanea di imprese uno solo socio ha competenza e professionalità ed è l’impresa che si occupa di bollettazione cioè l’esattore. Ed Infatti le bollette arrivate a Sciacca sono sbagliate e a C$amastra le bollette sono in acconto perchè questo comune non è stato mai gestito dall’Eas. Quindi abbiamo un gruppo di imprese che senza 50,100 milioni di euro di investimenti non è nelle condizioni di fronteggiare dignitosamente la distribuzione e il sistema idrico nel suo complesso.

Qual’è la questione? Noi abbiamo un ricorso presentato da 22 comuni, abbiamo i quattro Comuni del Belice:Menfi, S.Margherita, Menfi, Montevago, che non hanno consegnato le reti, poi, Burgio, Villafranca, Joppolo Giancaxio, S.Angelo Muxaro, Camastra, S.Elisabetta, Cianciana, Alessandria della Rocca, Bivona, S.Stefano, S.Biagio, i cinque comuni della montagna, Cammarata e Bivona, Palma di Montechiaro, Ribera e Raffadali tutti ancora non hanno ancora consegnato le reti!

Tutti dobbiamo decidere di ricorrere al T.A.R per annullare i provvedimento di commissariamento operati dall’ARRA, poichè c’è già un precedente a nostro favore davanti al C.G.A, in cui il commissariamento del Comune di Caltavuturo operato dall’ARRA, per una questione legata ai rifiuti venne ritenuta illeggittima. La non consegna delle reti, dunque, non può e non deve preoccuparci più di tanto, anche alla luce di questo provvedimento del C.G.A.
L
‘A.R.R.A dunque non è legittimata a nominare alcun commissario.Quindi auspico un ricorso al Tar contro tutti i commissariamenti, in una logica complessiva e unitaria. Abbiamo il coraggio di affrontare a viso aperto l’arroganza di Girgenti Acque e dell’ARRA. Quest’ultima nonostante il soggetto gestore (Girgenti Acque) rischi il fallimento, dovrebbe inviare un ispezione per capire a chi sta effettivamente affidando milioni di euro in infrastrutture idriche. Noi oggi non siamo in grado, dopo l’aumento vertiginoso del costo della Tarsu di fronteggiare il malcontento delle nostre popolazioni. L’Eas faceva pagare un allaccio circa 300 euro, Girgenti acque con soli 4 mt di scavo richiede 1200 euro. La Girgenti dovrà necessariamente aumentare il costo dei servizi e dell’acqua, viste le sue condizioni economiche. Dobbiamo procedere compattamente nel ricorso al TAR contro la nomina del commissari da parte dell’ARRA che noi riteniamo illegittima, contemporaneamente dichiariamo che uniti non consegneremo le reti.

Domani mattina, a Burgio, fronteggeremo insieme l’arrivo del Commissario e per il potere di rappresentanza che ci è stato riconosciuto dal popolo sovrano, mostremo allo stesso commissario l’esistenza di una volonta popolare larga che si oppone alla consegna delle reti. Ciò per mille ragioni, perchè l’appalto e stato conferito illeggittimamente, perche il soggetto gestore rischia il fallimento, e infine fino ad oggi ha dimostrato di non saper gestire il servizio. Infatti la città di Agrigento si rivolge alla protezione civile per avere rifatte le reti, quando invece si era prospettato un grande intervento pubblico-privato consistente in 120 milioni da parte della comunità europea e il massiccio conferimento di risorse finanziarie da parte di questa asociazione temporanea di imprese (Girgenti Acque). Ad oggi la gente ha visto solo bollette e disservizi. Detto questo,in questo frangente, dimostreremo la capacità di resistere trasversalmente, perchè fortunatamente sul fronte del no alla consegna delle reti si parte da A.N fino alla parte opposta dello schieramento politico.

Le soluzioni del dopo sarranno studiate ed elaborate,nessuno resterà senz’acqua, perchè abbiamo scoperto che nonostante l’assemblea regionale abbia sciolto l’Eas, questa non potrà essere effettivamente tale se non tra vent’anni, quindi l’E.A.S dovra mantenere, ruoli strutture, personale. Dunque, chi dovrebbe diventare, a causa del suo scioglimento, il braccio operativo di Girgenti, in realtà continuerebbe a vivere, infati sussiste il problema di dove collocare i dipendenti.

La nostra scelta non è ideologica, bensì a tutrela delle comunità che rappresentiamo!
Quindi interrogarci oltre il dubbio di Paolo VI sulla bontà dell’azione che stiamo mettendo in essere sembrerebbe un esercizio che non ci aiuta ad affrontare il problema con la serietà e con la determinazione che il momento ci impone. Di fatto stiamo rischiando di consegnare al nulla (Girgenti Acque) un bene primario come l’acqua e la sua distribuzione. Chiediamo l’aiuto e l’intervento dei sindacati, delle associazioni a tutela dei consumatori affinchè possano fare fronte comune nella tutela dei cittadini consumatori di acqua”.

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