La lotta tutta di potere e di lobby in seno al governo siciliano è iniziata sin dalla sua costituzione. Lombardo si è presentato come il nuovo ma sin dall’inizio del suo mandato ha operato ed opera né più e né come i suoi predecessori. D’altra parte è un politico della vecchia generazione e della nuova non c’è n’è all’orizzonte.
Adesso che i mal di pancia ed i malumori in seno alla maggioranza sono divenute aspre critiche su di lui e sul suo assessore alla sanità per il pieno di rientro dal deficit, le cose cominciano a complicarsi non poco.
Paradossalmente quella che dovrebbe essere l’opposizione si comporta come una maggioranza solidale mentre la maggioranza “vera” spara pesanti bordate su Lombardo e sul suo assessore. L’UDC è sulla linea del fuoco ormai da tempo.
Non convincono le parole di Lombardo e le sue affermazioni circa il taglio non taglio dei posti letto che poi vengono riconvertiti in posti letto di lungo degenza fanno trasparire confusione e pressapochismo.
Le parole di Lombardo “…chi dice cose diverse in sanità è un disonesto e di disonesti con cariche istituzionali, appartenenti a rami del Parlamento, da queste parti, soprattutto in provincia, ce ne sono parecchi” però appaiono gravi e gettano benzina sul fuoco delle polemiche.
Può un presidente di regione affermare che ci sono parecchi disonesti con cariche istituzionali, appartenenti a rami del parlamento e in provincia senza indicare i nomi?
A chi ha voluto mandare questo strano e pericoloso messaggio il presidente Lombardo?
Se ci sono dei disonesti faccia i nomi e non tiri il sasso ritirando subito dopo la mano.
Se questo è il modo nuovo di amministrare siamo proprio messi male in Sicilia.