“L’impianto accusatorio della Procura di Salerno nei confronti di alcuni magistrati della Procura di Catanzaro e di alcuni dei più alti vertici della giustizia italiana è la ricostruzione delle vicende sul caso De Magistris che in molti attendevamo da tempo”.
E’ quanto dichiara con un comunicato stampa l’ Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia.
“Le accuse della procura salernitana – continua il comunicato – , seppur ancora da dimostrare, svelano un contorto meccanismo di intrecci della cui esistenza, tralasciando le singole responsabilità ancora da appurare, siamo sempre stati certi. L’ avocazione delle inchieste al PM De Magistris è una delle pagine più indegne della storia recente ed il contesto criminoso nel quale si sono sviluppate quelle avocazioni lasciava pochi dubbi sull’assoluta malafede di larghe fette della magistratura e delle Istituzioni.
Se ne trae la chiara conclusione, qualora non fosse già abbastanza evidente per tutti, che gli attacchi e le avocazioni subite da Luigi de Magistris siano giustificate solo ed esclusivamente dagli interessi criminosi di politici, magistrati ed imprenditori corrotti il cui unico interesse era quello di mettere fuori gioco il PM. Un tempo i magistrati venivano fatti fuori con i proiettili o con il tritolo. Oggi invece li “uccidono” con le avocazioni. Vorremmo augurarci che chiunque abbia delle responsabilità in merito a questa vicenda, e sono in molti, paghi ma la storia di questo paese ci ha troppe volte insegnato che a pagare siano soltanto i poveri cristi e mai i ministri, le alte cariche della magistratura ed i ricchi imprenditori. L’ unica arma che ci resta è il disprezzo sociale verso chi, seppur la faccia regolarmente franca, si è macchiato di tali e tanti atti criminosi a danno di tutti noi. Al Dottore De Magistris – conclude il comunicato – manifestiamo ancora una volta il nostro sostegno ed il nostro concreto appoggio nei suoi confronti e nei confronti di chi compie giorno dopo giorno il suo dovere senza intimorirsi davanti ad un nome altisonante od alle conseguenze disastrose che le inchieste sui poteri deviati arrecano a chi ne è titolare”.