Sarà il suo cognome che ricorda i “lumbard”, sarà che pensa che i “lumbard” hanno finalmente accettato l’autonomismo federale che la Sicilia ha ottenuto oltre 60 anni fa senza mai applicarlo per interessi romani e dei partiti, alla fine si, anche Raffaele Lombardo è stato completamente ammaliato dal fascino della Lega Nord e pensa di aver costruito con Bossi & Calderoli, una’alleanza solida che gli potrebbe consentire di fare l’autonomista in Sicilia. Da un’altra parte, Gianfranco Miccichè che a ragione, ritiene che la Lega stia usando la Sicilia come come grimaldello per far passare il suo federalismo fiscale che metterebbe la parola fine sull’autonomia siciliana. A Messina, in occasione della Festa del Movimento per l’autonomia, Raffaele Lombardo stringe uno scellerato un patto con Roberto Calderoli, spianando la strada alla riforma federalista, con la benedizione esplicita del presidente (siciliano) del Senato Renato Schifani, intimo amico di un altro lumbard molto più importante: Berlusconi.
I colpi di stiletto tra i “soggetti” sono stati pesanti tanto che Calderoli, probabilmente stizzito per l’affondo di Miccichè contro l’accordo suicida di Lombardo, quando gli è stato chiesto cosa ne pensava delle parole del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha risposto secco “Miccichè chi?”
A proposito della legge “truffa” per le elezioni europei che dovrebbe, secondo le intenzioni del presidente Berlusconi, togliere la preferenza anche alle europee, Lombardo si dice convinto che la legge non si farà, ma l’assenza alla “festa” dell’MPA del Ministro Angelino Alfano la dice lunga sui rapporti attuali tra MPA e PDL.
Dense nubi si addensano sulla Sicilia.