sabato, Novembre 23, 2024
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Palermo: 19 Ottobre 1944 un crimine di guerra italiano impunito.


Ricorre domani il 64° anniversario della strage del pane ad opera di uomini del 139° Fanteria dell’Esercito italiano.
Dopo oltre sessanta anni dal crimine perpetrato ai danni degli affamati cittadini palermitani avvenuto il 19 ottobre del 1944, e dove morirono sotto il fuoco dei soldati 24 cittadini palermitani disarmati che protestavano contro il carovita in via Maqueda, di fronte palazzo Comitini, qualcuno in Italia vuole che questo criminale gesto compiuto in terra di Sicilia e contro il popolo siciliano, debba essere dimenticato.
Un crimine di guerra impunito a cui non ha partecipato rifiutandosi, a rischio della propria vita, il soldato Giovanni Pala unico a restituire le due bombe a mano e i cinquanta proiettili che gli erano stati consegnati dai suoi comandanti per reprimere nel sangue la pacifica protesta.
E già il fatto che per fronteggiare una protesta di civili il comando militare abbia mandato militari equipaggiati con bombe a mano la dice lunga sulla volontà di uccidere. 
Un crimine di guerra ad opera non di un esercito straniero ma di truppe italiane e per questo ancora più esecrabile,  definito dal Giornale di Sicilia del 20 ottobre 1944 un semplice “indecente luttuoso” e che invece è un marchio infamante che riteniamo l’esercito si porterà addosso fino a quando anche l’ultimo degli ufficiali e militari che hanno preso parte o sono stati coinvolti nel crimnine non vengano condannati. Anche se fossero morti, accanto al loro nome dovrebbe essere scritto: “ha preso parte al crimine di guerra perpetrato il 19 ottobre 1944 a Palermo contro civili inermi”.
Ancora oggi si parla di 24 morti ma notizie dell’epoca riportano di almeno 80 morti ed alcuni addirittura di 150.
Sono state insabbiate responsabilità ma la memoria storica di questa crimine non scomparirà nell’oblio.
Noi, come ogni anno da quando siano online, ricorderemo questo crimine fino a quando la Magistratura Militare non riterrà di portare alla sbarra gli ufficiali dell’esercito che ordinarono la carneficina, quelli che materialmente la effettuarono ed i militari del drappello.

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