Era prevedibile, la politica regionale non abbandona quella locale. E’ questione di solidarietà di casta. Al diavolo la trasparenza amministrativa e l’oculata gestione del denaro pubblico. Quando si tratta di sopravvivenza della casta tutto sembra lecito.
Il governo regionale commissaria i comuni siciliani e si accolla i debiti che questi hanno con gli ATO. Il fallimento degli ATO è sotto gli occhi di tutti dato che è evidente che non hanno saputo e non sanno gestire i rifiuti. Gli ATO, veri e propri enti di sottogoverno, sono divenuti postifici politici e enti inutili e di spreco di denaro pubblico con l’aggravante che in questo caso il prodotto finale non è soltanto lo spreco del denaro pubblico ma anche un grave disservizio per i cittadini ed una potenziale bomba sanitaria.
Con il commissariamento, ma soprattutto con il pagamento dei debiti dei comuni, la Regione agisce come un ente che non ha responsabilità sulle entrate e mette a rischio il principio della legalità e della responsabilità civile e penale degli amministratori, politici e gestori ATO.
In questo senso anche il presidente dell’associazione consumatori siciliani, Nicola Calabria, che ha aggiunto “”Sembra di vivere in uno stato autoritario che impone le proprie decisioni a forza di commissari. La Regione Sicilia aveva il dovere ed anche il diritto a seguito della relazione della Corte dei Conti sugli ATO, alla luce delle migliaia di sentenze emesse finora sia dalle varie Commissione tributarie sia dal TAR di Palermo di verificare i punti deboli del sistema e correggerli“.
Insomma, la Regione Siciliana con la spazzatura sta dimostrando di non sapere che pesci prendere, o meglio, opera, probabilemente conscia, per gli interessi dei gruppi industriali del nord che insistono con gli inceneritori, politicamente chiamati termovalorizzatori, sapendo che il problema dei rifiuti così non si risolverà mai. (vedere sui termovalorizzatori anche https://www.mondoedintorni.it/?p=455 e https://www.mondoedintorni.it/?p=124)
Gli ATO sostituiti da ATO, da fallimento a tragedia. E’ questa la prospettiva siciliana in campo rifiuti. La Sicilia delle emergenze per i cittadini e il business per le lobby e per i grandi gruppi industriali. Dopo l’acqua, la sanità, dopo la sanità la formazione, dopo la formazione lo schiavismo del terzo millennio che vede i lavoratori siciliani per la maggior parte sfruttati e sottopagati rispetto allo statino paga, dopo lo schiavismo la scuola, dopo la scuola la politica, dopo la politica ecco la monnezza. Insomma, mntre l’Italia va versoi festeggiamenti dell’unità, la Sicilia scivola verso il del Medio Evo.
Eppure se solo il governo regionale volesse pensare con la propria testa potrebbe pensare a progetti di sistemi avanzati grazie al quale è possibile ottenere dai rifiuti il biogas che vuol dire: acqua calda ed energia elettrica con abbattimento dei costi della bolletta della raccolta rifiuti e dell’energia elettrica con costi molto inferiori a quelli attuali.
Per costruire un termovalorizzatore occorrono circa 65 milioni di euro oltre le altre strutture necessarie al suo funzionamento a totale carico dell’utente che pagherà all’Enel anche la differenza del costo dell’energia elettrica rispetto al costo reale.
Un impianto pirolitico o anaerobico non comporta scarti e produce solo reddito ed energia pulita, costa mediamente 8 milioni di euro… ma non conviene alle lobby che controllano la politica energetica in Italia.
Insomma, ai siciliani le emergenze, alle lobby il business, a politici i privilegi. Anche questa è autonomia.