Il martellamento mediatico che politici ed associazioni stanno attuando, senza costrutto, da alcuni mesi circa l’aumento dei prezzi al consumo dei generi alimentari si arricchisce dell’autorevole voce di Codacons.
Tutti parlano di intollerabile aumento dei prezzi che scaturisce da speculazioni e da una filiera alimentare eccessivamente lunga all’interno della quale ad ogni passaggio c’è un aumento del prezzo di circa il 30/40% rispetto al passaggio precedente, ma nessuno, tantomeno il governo, interviene per mettere ordine in questo pianeta speculativo dove insistono forti lobbies cooperativistiche e non.
Le cooperative sono le prime indiziate di questa dilagante speculazione. Nate per coinvolgere l’utente come socio, alla fine sono divenute vere e proprie catene alimentari “industriali” del profitto.
Francesco Tanasi Segretario Nazionale CODACONS è sceso in campo contro il caro vita ed è pronto a guidare il 18 settembre in tutta la Sicilia lo “Sciopero contro il caro pane e pasta” iniziativa di protesta promossa dall’Intesa dei consumatori.
“L’allarmante crisi economica che sta impoverendo sempre di più le famiglie – spiega Tanasi – necessita una dura lotta, ferme prese di posizione e la partecipazione di tutti. L’incessante escalation dei prezzi, soprattutto per i principali generi alimentari, continua infatti ad impoverire e a stremare i cittadini. Invitiamo fortemente ad aderire in massa allo sciopero del pane e della pasta per manifestare i disagi causati dall’impennata dei rincari e il dissenso nei confronti delle istituzioni che poco o nulla fanno.
Ma Tanasi lancia delle proposte che secondo lui dovrebbero far risparmiare ad ogni famiglia già da questo mese a dicembre almeno 480 euro. E’ la classica media del pollo a testa che ogni italiano come media mangia ogni anno. Peccato che c’è l’italiano medio che questo pollo non lo mangi mai, così come c’è l’italiano che di questi ribassi non sanno cosa farsene visto che non possono neanche pensare di acquistare l’usato del kit proposto da Tanasi.
Comunque ecco le proposte:
1) Ribassare subito tutti prezzi del 20%, devono attivarsi le Organizzazioni dei Commerciantii subito in tal senso, bloccando soprattutto le speculazioni nel settore alimentare e ridando alle famiglie il giusto potere d’acquisto ( 75 euro al mese per tre mesi per un risparmio di 225 euro).
2) La realizzazione di un kit per la scuola da parte di tutti i comuni, che preveda un prezzo non superiore ai 20 euro in grado di contrastare i costi eccessivi, nonché speculativi, del materiale didattico (risparmio di 30 euro).
3) L’apertura domenicale, dei mercati rionali in tutti i comuni alla vendita diretta degli agricoltori che consentirebbe una riduzione dei prezzi agroalimentari del 40% ( risparmio di circa 75 euro al mese solo su tale spesa). Ma i mercatini rionali seppur meno costosi dei negozi sono approviggionati dai mercati all’ingrosso … quindi !
Ma al di là di tutto questo, come la mettiamo con le norme sulla qualità del prodotto, sulla certificazione di assenza di pesticidi e sulla salubrità dello stesso? Domande alle quali nessuno fino ad oggi ha dato alcuna risposta.
Ecco che invece di un progetto tendente a ridurre drasticamente la filiera così da ridurre inutili passaggi che fanno aumentare il costo del prodotto, si pensa a proposte estemporanee fine a se stesse.
Troppo potente la lobby delle filiere se neanche il governo nazionale riesce ad intervenire.
La lobby della filiera ha raggiunto, come potenza politica, le banche, le assicurazioni, i petrolieri e i sindacati.
Chi paga,inerme, è sempre il cittadino.