Più che leghista Calderoli appare come un democristiano vecchia (e nuova!) maniera.
Pur di mettere tutti d’accordo e fregarli poi con un testo parlamentare diverso di quello concordato (!), propone, a condizione che l’ANCI, l’associazione nazionale dei comuni, che pensano di gestire anche il catasto, dica SI al testo del suo federalismo nella riunione del 18 settembre prossimo; propone alle province una tassa unica che comprenda bollo auto, tassa di circolazione e accisa sul gasolio (e quelle dove non ci sono raffinerie?); tasse di scopo ai comuni, per finanziare infrastrutture e fronteggiare eventi turistici particolari; tasse mirate anche per le province e propone alle regione l’iva sui consumi.
La perequazione dovrebbe essere garantita da un accordo fra Stato e Regioni, le quali avranno due fondi, uno per i comuni e uno per le province definiti su scala nazionale. Novità importante: i fondi potranno essere variate attraverso la concertazione locale (leggasi sforamento bilanci).
Immancabile una nuova commissione paritetica (con chi non è chiaro) per l’attuazione del federalismo fiscale, “al fine di acquisire ed elaborare elementi conoscitivi per la predisposizione dei contenuti dei decreti legislativi”, con l’aggiunta di un’altra immancabile conferenza “permanente” per il coordinamento della finanza pubblica (art.4).
Tanto per semplificare si aumentano i carrozzoni!
Soddisfatte anche le province:”Il ministro – ha dichiarato Fabio Melilli, presidente dell’Upi – ha recepito le nostre richieste che gli avevamo presentato sotto forma di emendamenti. Possiamo quindi sostenere che il nostro giudizio è positivo, anche se il testo è ancora in divenire“. Melilli però ritiene che resta ancora aperto “il problema della finanza derivata regionale”. “In base all’articolo 119 – ha aggiunto – anche le regioni dovranno trasformare i propri trasferimenti, che con il federalismo saranno solo perequativi, in gettiti propri per ciascun ente. Ad una funzione dovrà corrispondere una specifica risorsa“.
Ma se in Sicilia sono state soppresse nel lontano 1948 e in Italia da qualche tempo si parla di abolirle, queste province, che cosa fanno ?
Moderatamente soddisfatta l’Anci che chiede di accelerare l’iter per l’istituzione della tassa sugli immobili “per evitare che gli enti locali restino in una situazione sospesa in cui si trovano a causa dell’abolizione dell’ici sulla prima casa“. Tradotto dal politichese vuol dire “reintrodurre l’ICI, chiamandola in un altro modo, dalla finestra dopo che due governi l’anno abolita.
Altro che federalismo fiscale. Le gabelle saranno sempre quelle, cambiano nome e il cittadino pagherà sempre di più l’inerzie e lì’incapacità della politica ad amministrare il denaro pubblico.
Iluminante il video che è pubblicato su Youtube: http://video.google.com/videosearch?q=calderoli+contro+il+sud&hl=it&emb=0&aq=f#